Alluce valgo

Alluce valgo: il trattamento

Sfatiamo subito una serie di false credenze: non esistono dispositivi in grado di correggere la deformità in valgo dell’alluce, l’unica possibilità di correzione è quella chirurgica. Tutte le foto che circolano sul web a tal riguardo sono spudoratamente false!
Non esiste il sistema o la tecnica chirurgica miracolosa che acquisita da chiunque e applicata con facilità e indistintamente a ogni caso sia in grado di correggere qualsiasi tipo di deformità, permettendo al paziente di tornare subito a camminare senza rischiare complicanze.
Non esiste la correzione dell’alluce valgo con il laser, ma esiste la possibilità di correggere il valgismo con la tecnica percutanea, senza incisioni chirurgiche e senza aprire il piede, che non è una tecnica di per sè, ma una procedura con cui eseguire diverse tecniche anche molto differenti tra loro, attraverso un piccolo foro della cute attraverso il quale si introduce uno strumentario dedicato simile a quello utilizzato per l’implantologia dentale.

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Come si cura l'alluce valgo?

Alluce valgo: trattamento mininvasivo

La mininvasività non è legata esclusivamente alla tecnica percutanea, ma alla precisione alla conoscenza e al rispetto delle strutture anatomiche da parte del chirurgo, nel senso che la metodica percutanea praticata da mani inesperte può creare più danni rispetto a quella a cielo aperto eseguita in modo corretto.
L’utilizzo di mezzi di sintesi come micro-viti in titanio o materiale riassorbibile o fili di kirschner e quindi di una fissazione stabile delle osteotomie correttive, non è un metodo più invasivo o meno attuale rispetto alla stabilizzazione con la sola fasciatura, ma consente al contrario di rendere più precisa riproducibile e sicura la nostra correzione, rendendo trascurabile la percentuale di complicanze tra cui la recidiva e l’accorciamento dell’alluce molto frequente nelle tecniche percutanee non stabilizzate.

In altre parole non fissare le osteotomie e far deambulare subito senza limitazioni il paziente è un metodo molto sbrigativo che semplifica la vita al chirurgo ma che fa correre molti rischi di insuccesso e complicanze al paziente.
Premesso ciò la correzione ideale sarà quella che otterrà il miglior risultato nel modo meno invasivo e nel minor tempo di convalescenza possibile!
Per raggiungere tale scopo il chirurgo deve avere a disposizione nel suo bagaglio di esperienza diverse tecniche, conoscere più metodiche correttive possibili e capire di volta in volta la più idonea per quel tipo di deformità, come un abito su misura, tenendo conto soprattutto delle diverse esigenze ed aspettative dei pazienti.
Il piede di un ballerino di uno sportivo o di una donna che deve indossare tacchi non sarà lo stesso di quello di un paziente più anziano che desidera solo poter indossare le sue scarpe senza fastidio.
Un’alluce artrosico e rigido deve essere trattato diversamente da uno con cartilagine articolare ben conservata e flessibile.
Scegliere la tecnica più efficace per ottenere il risultato migliore applicandola nel modo più preciso e meno invasivo possibile è la regola che ispira tutta la nostra attività chirurgica!!
Solo così siamo riusciti ad ottenere i risultati illustrati nel video sotttostante.

Alluce valgo: come intervenire

Alluce valgo: tecniche di intervento

Tra le tecniche che utilizziamo di più vi è quella percutanea stabilizzata che abbiamo presentato all’American Academy of Orthopaedic Surgeons nel 2017 a San Diego e tuttora pubblicata nella video library di tale associazione, unica tecnica percutanea scientificamente riconosciuta per la correzione dell’alluce valgo, approvata come metodica di riferimento dall’organizzazione scientifica più autorevole al mondo in campo ortopedico.

Illustrata nel videoclip precedentemente mostrato, e visibile in modo integrale per i non impressionabili nel mio canale youtube.

Saper valutare le caratteristiche della deformità da correggere e le diverse esigenze del paziente scegliendo le metodiche correttive migliori per quel singolo caso è l’unico modo per ottenere il miglior risultato possibile, e ridurre le percentuali di complicanze a livelli quasi trascurabili.

E il recupero?

Alluce valgo: i tempi di recupero

Prima settimana

Il trattamento chirurgico viene eseguito di solito in regime day-hospital, non essendo necessario ricovero, anche in caso di procedura bilaterale. Lo stesso giorno dell’intervento, con l’uso di calzature post-operatorie, è possibile poggiare i piedi in terra per eseguire piccoli spostamenti in casa, strettamente necessari per l’igiene personale (5-6 spostamenti al giorno da 40-60 passi alla volta). Non c’è bisogno di utilizzare le stampelle. A riposo i piedi operati devono essere mantenuti in lieve elevazione.

 

Seconda-quarta settimana

La fasciatura post-operatoria e le scarpe post-operatorie tipo PODALUX (un paio, anche nel caso in cui viene operato soltanto un piede) vengono indossate per 4 settimane. In quel periodo la fasciatura viene sostituita 2 volte e rimossa dopo 28 giorni.

Dalla seconda settimana il paziente può raddoppiare il numero degli spostamenti consentiti, da 5-6 a 10-12 al giorno, sempre da 40-60 passi. Deve mantenere i piedi in elevazione quando non cammina.

Dopo 4 settimane il bendaggio viene rimosso. Il piede può essere bagnato e possono essere indossate calzature comode con la tomaia alta e morbida. Il paziente incomincia a camminare normalmente senza limitazioni. Può uscire e fare passeggiate. Può riprendere la guida.

è vietata la corsa per altri due mesi, ma si può ritornare in palestra per iniziare tutte le attività sportive che non la includano. Il nuoto è particolarmente consigliato.

 

Secondo mese

Può essere utile un ciclo di fisioterapia per garantire flessibilità articolare e il drenaggio dell’edema residuo.

 

Dopo il Terzo Mese

Verrà eseguito un controllo radiografico per confermare l’avvenuta consolidazione dell’osteotomia. A questo punto può essere iniziata l’attività sportiva comprendente la corsa.

Che conseguenze provoca l’alluce valgo?

Alluce valgo: le conseguenze locali

Nel piede affetto da valgismo dell’alluce, il primo metatarso si apre a ventaglio e contemporaneamente diviene ipermobile sollevandosi verso l’alto per reazione al contatto con il suolo.

Questo determina:

  • Degenerazione articolare e borsite
  • L’articolazione metatarso falangea è disallineata e lavora pertanto in modo asimmetrico.
  • Ciò comporta l’usura delle componenti cartilaginee, la cui infiammazione è causa di dolore e degenerazione artrosica a tale livello.
  • La prominenza metatarsale urtando inoltre contro la calzatura la deforma, creando un conflitto con la scarpa, responsabile di fastidiose borsiti che con il tempo possono ulcerarsi e infettarsi.
  • Metatarsalgie
  • Il sollevamento dorsale del primo metatarso, che normalmente sopporta il doppio del carico rispetto agli altri, provoca la cosiddetta sindrome da insufficienza del primo raggio, con sovvertimento strutturale dell’avampiede e sovraccarico del secondo e terzo raggio.
  • Clinicamente tale alterazione si manifesta con comparsa di dolore e callosità a livello delle teste metatarsali centrali.
  • Deformità e lussazione delle dita.
  • La spinta dell’alluce contro le dita ne provoca con il tempo il loro incurvamento.
  • Quando tale atteggiamento persiste nel tempo, la deformità si struttura, dando vita al cosiddetto dito a martello.
  • Inoltre la spinta laterale e dorsale esercitata dall’alluce, crea la perdita dei rapporti anatomici della base del dito con il metatarso corrispondente, fino alla completa lussazione.
  • Clinicamente ciò si manifesta con comparsa di dolore a livello metatarso falangeo e ulteriore sovraccarico della testa metatarsale, per la perdita di contatto con il suolo da parte del dito.

Alluce valgo: le conseguenze posturali

L’ipermobilità del primo raggio metatarsale fa si che esso, ad ogni passo, sotto l’azione del carico si sollevi verso l’alto, appiattendo così l’arco longitudinale interno e provocando la rotazione verso l’interno del piede (pronazione).

Questo movimento di pronazione si trasmette attraverso le articolazioni dell’arto inferiore a tutto l’apparato muscolo scheletrico, influenzando la postura, cioè l’allineamento dei vari segmenti corporei lungo la linea di gravità.

Trascinato dalla torsione del piede l’arto inferiore ruota internamente, provocando attraverso i legamenti dell’anca l’inclinazione in avanti del bacino, che a sua volta modifica la curvatura della colonna aumentando la curva lombare (iperlordosi).

Questo assetto posturale crea delle incongruenze articolari dando vita a delle manifestazioni cliniche che caratterizzano i pazienti affetti da alluce valgo.

Si può infatti parlare di una vera e propria sindrome da alluce valgo che si caratterizza da :

  • tendenza al valgismo delle ginocchia con dolore della faccetta rotulea interna del ginocchio;
  • rigidità delle anche con limitazione della loro rotazione interna;

Accentuazione della curva lombare con presenza di lombalgia cronica.

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